Domani è il primo di giugno, non vedo i bimbi da 3 mesi, ma ho avuto l'opportunità di parlarci via Teams, non è la stessa cosa, ma è importante mantenere le relazioni, fargli capire che ci siamo, che non li abbiamo dimenticati e che la scuola riaprirà.
Molti genitori hanno chiesto una riapertura subito, perché dovevano lavorare, perché i figli sono comunque un impegno, perché a casa non imparano nulla, perché..., perché..., perché... Le motivazioni sono diverse, sicuramente è difficile gestire il proprio lavoro e i figli a casa, le video lezioni non sono il massimo, anche noi insegnanti lo pensiamo, ma ce la stiamo mettendo tutta. Non vediamo l'ora di rientrare nelle nostre aule, di poter abbracciare i nostri bambini, di riprendere la normalità della vita scolastica, ma questo non è possibile per svariate ragioni, che sono state più volte spiegate, ma che, a quanto pare, risultano di difficile comprensione.
Allora vi porto io in una classe tipo, una delle mie, che vanno dalla prima alla quinta elementare: entro in classe, sono in prima, obbligo i bambini di 6 anni e poco più a indossare la mascherina e a igienizzarsi le mani, dopo 30 secondi te li ritrovi con la mascherina sotto il naso e le mani in bocca, non perché siano cattivi bambini o perché siano maleducati, semplicemente perché sono bambini. Si prestano le matite, i temperini e le gomme, ma tutti questi oggetti vengono messi in bocca, chiacchierano e si avvicinano, giocano insieme, si passano la merenda, io non potrei mai passare le ore a dirgli di stare lontani, perché alla domanda "ma è mio amico, perché non posso stare vicino a lui?" cosa dovrei rispondere "è pericoloso"? "potrebbe avere un virus"? Assolutamente no. Non posso pensare di dover instillare nei bambini la paura verso un amico, non capirebbero, perché tra di loro sono tutti uguali e se uno non è malato, automaticamente neppure l'altro lo è.
Fortunatamente i bambini non sviluppano sintomi gravi, però ogni anno sono portatori di una marea di virus, che inevitabilmente prendiamo tutti: maestre, personale ATA e genitori. I bambini, per definizione, si ammalano e fanno ammalare, non è un problema, ma in questo caso è un rischio che dobbiamo cercare di evitare a tutti i costi.
Proviamo con un esempio: il bambino X è stato al parco, ha toccato gli oggetti e si è messo le mani in bocca, certo si farà gli anticorpi, ma nel mentre porterà quel virus in giro. Va a scuola, perché fisicamente sta bene, presta la sua matita, che prima, come sempre, aveva messo in bocca, al compagno di banco, che a sua volta la metterà in bocca e il virus passerà nel suo corpo, così via per tutta l'aula....I bambini starnutiscono e tossiscono, spesso senza mano (adesso piega interna del gomito) davanti, l'aria della classe viene respirata dalle insegnanti che possono tranquillamente prendersi tale virus, che porteranno a casa, potrebbero sviluppare la malattia o passare semplicemente l'infezione. I bambini escono poi da scuola, spesso hanno la fortuna di avere i nonni che li vanno a prendere, vogliono e devono abbracciarli, baciarli, giocare con loro, questo è un veicolo di contagio, magari quei nonni sono già debilitati, magari stanno benissimo, in ogni caso è molto probabile che anche loro vengano a contatto con il virus ed è altrettanto probabile che sviluppino la malattia.
I bambini non sono cattivi, ma sono un ricettacolo di germi assurdo, non si può a scuola riprenderli continuamente, poiché altrimenti non si insegna nulla, soprattutto perché di parla di classi che se va bene sono formate da 20 bambini.
Alle insegnanti viene detto che i primi anni di scuola saranno sempre malate, proprio per questo motivo, io dopo 3 mesi di scuola ho avuto la bronchite, presa a scuola, certo, ma l'avevo messo in conto. Raffreddori, influenze, pidocchi, qualsiasi cosa a scuola si passa, proprio per l'ambiente, poiché i bambini hanno il bisogno di stare insieme, di stare vicini, di toccarsi.
Non credo sarebbe corretto chiedere alle insegnanti di legarli alle sedie, con mascherina ben stretta, vietandogli di mangiare insieme, di giocare insieme, igienizzandogli continuamente le mani, sgridandogli ogni volta avvicinino qualcosa alla bocca. Sarebbe molto difficile, servirebbero 4 insegnanti in contemporanea per classe, una che spiega e le altre che controllano ogni piccolo spostamento dei bambini. Servirebbero aule più grandi, io sono anche fortunata, perché la scuola dove lavoro ha delle belle aule, ma ne servirebbero ancora di più, servirebbe molto più personale, cioè 4 volte tanto, proprio per il controllo.
Siete disposti a rischiare la salute dei nonni, delle insegnanti, la vostra salute, perché vostro/a figlio/a vi pesa a casa?
Se fosse sicuro, noi maestre saremmo le prime a correre a scuola, saremmo le prime a chiamare ogni bambino per farlo tornare in aula. Ci mancano ogni giorno, lavorare da casa per noi è estremamente complicato, non si tratta di preparare semplicemente dei compiti, in fondo lo facevamo già prima; si tratta proprio di non poter parlare con loro come vorremmo, senza i problemi di connessione, si tratta di riuscire a passargli delle informazioni chiare, senza poterle verificare subito, di rendere interessanti degli argomenti attraverso uno schermo, di farli essere loro stessi, anche in presenza dei genitori.
Io spero vivamente che a settembre si torni a scuola, soprattutto se penso ai bimbi della scuola dell'infanzia che dovrebbero iniziare la prima elementare, è un momento particolare, sensibile per l'apprendimento di alcune capacità (come scrivere e leggere), quindi è fondamentale la presenza.
Non vedo l'ora di rivedere tutti in sicurezza...
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