Un argomento di cui non si è parlato spesso durante questa quarantena è sicuramente il peso familiare e lavorativo che è gravato sulla figura femminile.
Facciamo ordine su ciò che è successo: è metà marzo, il nord Italia è costretto a chiudere, a sbarrare ogni negozio, bar o ristorante, a chiedere ai propri cittadini di non vedere i propri parenti, di rispettare diverse norme di sicurezza.
Un nemico invisibile nei mesi precedenti si è fatto largo tra la popolazione: qualcuno è stato male, qualcuno neppure si è accorto di averlo veicolato, ma a marzo il numero di morti per il Covid-19, un virus della famiglia della SARS, che può provocare problemi respiratori acuti e gravi, è elevato e ogni giorno sale ulteriormente.
Non è questa la sede dove discutere sulle scelte politiche, sulle opinioni divergenti dei medici, anzi lungi da me fare questo discorso.
Io vorrei focalizzare l'attenzione sul ruolo della donna.
In questi ultimi 2 mesi le donne italiane si sono velocemente ritrovate a lavorare da casa, spesso insieme ai propri compagni, nulla di strano fin qui, ma nel momento in cui ci si trova in casa la donna media italiana sente il dovere anche di badare alle faccende di casa, ai bisogni dei figli, finendo per lavorare 24 ore su 24, senza pausa, con rischi di depressione, di esaurimento, il burnout di cui si parla spesso sui posti di lavoro! Solo qualche associazione di mamme lavoratrici ha portato alla luce tale problematica, ma nessuna trasmissione, nessun telegiornale, nessun politico ha cercato e invitato alla collaborazione domestica, nessuno ha evidenziato tale limite che portava questa situazione anomala.
In questo tempo sospeso si è pensato alla salute, giustamente, alla politica, all'economia e non alla società. Una società ancora un po' arretrata, in cui la donna è l'unica a farsi carico di compiti che invece dovrebbero e potrebbero, tranquillamente, essere condivisi.
Al momento la scuola è ancora chiusa, ma il resto di Italia sta ripartendo e chi baderà ai bambini? A chi è concesso più facilmente un congedo familiare?
L'educazione ricevuta e l'esempio portato dalla famiglia sicuramente ha un peso, ma i nostri comportamenti derivano anche dall'ambiente circostante, finché sui libri di scuola troverò la frase "mentre la mamma cucina, il papà legge il giornale" allora nulla cambierà, perché questo insieme di stereotipi non fa che alimentare e perpetuare un comportamento e una segregazione sessista.
Le prime a iniziare dovranno essere le donne di oggi, le future mamme di domani, che hanno il dovere, insieme ai compagni, di educare i propri figli, maschi o femmine, al rispetto reciproco, alla collaborazione in tutto e per tutto. Non si tratta di uguaglianza, perché uomini e donne non sono uguali, in realtà nessuno è uguale a un'altra persona, siamo tutti diversi, ma abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri, lottiamo per questo e non arrendiamoci a una società che è formata da noi e quindi può cambiare solo partendo da ognuno di noi!
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